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"Di fatto, Felisi potrebbe essere un alchimista che ignora di esserlo: interroga la memoria archetipica dell'immaginario collettivo facendo emergere collegamenti più o meno diretti con il simbolismo alchemico. Il più delle volte non è l'artista milanese a creare il simbolo, ma è il simbolo, tramandato di generazione in generazione, che gli s'impone. Lui non fa altro che convertire la materia in forma che incontra il colore e la superficie per poi unirsi alla luce e alla raffinatezza suprema dello scatto fotografico,raggiungendo l'obiettivo di trasformare la realtà nella sua espressione più alta."